La storia continua - Banda Musicale Casalanguida

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La storia continua

Storia Banda musicale

La storia Continua....

7. Atto notarile del 27 Marzo 1863

"Motivo dell’Atto: ricostituzione della Banda di Casalanguida. Costituiti all’Atto: Ireneo Mascio (per sé e per suo figlio Domenico), i fratelli Domenico, Nicola e Gaetano del Vecchio, Arcangelo Tornese, Tommaso Tornese (per suo figlio Luigi), i fratelli Panfilo e Donato Tornese, Donato di Paolo, Aurelio di Paolo con la garanzia di Vincenzo d’Alò, Ferdinando d’Angelo, Berardino Colantonio, Vincenzo d’Alò (rappresentante e garante del minorenne Romeo Forchetti), Filoteo di Rocco (col Consenso di suo padre Gennaro), Angelantonio Colantonio, Donatantonio d’Alò (per suo figlio Emidio), Eduardo Romagnoli, Vincenzo d’Alò (per i minorenni suoi nipoti Vincenzo e Levino), don Carlofilippo d’Alò, don Giuseppe d’Annunzio e don Felice Forchetti;
Informazioni importanti:
- i costituiti vogliono ricomporre la Filarmonica di Casalanguida;
- il Signor Ireneo Mascio sarà il Capobanda;
- i bandisti e i relativi strumenti saranno:’
Domenico Mascio    corno
Gaetano del Vecchio   corno
Panfilo Tornese    corno
Domenico del Vecchio   trombone
Arcangelo Tornese   trombone
Angelantonio Colantonio  trombone
Nicola del Vecchio   bombardone
Donato Tornese    bombardone
Donato di Paolo    sax corno
Aurelio di Paolo           biucolone o corno segnale
Emidio d’Alò    biucolo
Levino d’Alò    biucolo
Ferdinando d’Angelo   clarino
Filoteo di Rocco    clarino
Vincenzo d’Alò    ottavino
Eduardo Romagnoli    basso
Luigi Tornese    piattini
Romeo Forchetti    grancassa
Berardino Colantonio   tamburo
1.Alcuni strumenti sono oggi indicati con altri nomi. Il Sax corno è il flicorno, così chiamato perché la prima serie completa, dal Soprano al Contrabbasso, fu presentata nel 1843 da Sax. Biucolo è probabilmente un italianizzazione del termine francese bugle (flicorno, bombardino), o di quello inglese bugie (strumento a fiato senza chiavi e senza pistoni usato dalle bande militari) oppure è un piffero, come sostenuto nella Storia della Banda, portale web di Acquaviva delle Fonti. Basso può considerarsi il bass-tuba o, più probabilmente, dal francese basson, il fagotto.

- i Deputati della Banda saranno don Carlofilippo d’Alò (cassiere) ed i Signori Giuseppe d’Annunzio e Felice Forchetti;
- i Deputati, il Capobanda ed i Bandisti saranno impegnati dall’ Aprile 1863 aI 31 Ottobre 1864;
doveri dei Deputati: vigilare sul Capobanda, promuovere il successo della Banda, ìnfluenzare positivamente tutta la Banda, assistere ai suoi concerti, denunciare i Bandisti che non rispettano le regole, provvedere alla sostituzione dei bandisti;
doveri del Deputato Cassiere: anticipare le spese della Banda, riscuotere i soldi delle feste e delle multe, pagare il Capobanda in anticipo e i bandisti in epoche determinate, rimborsarsi per le somme anticipate;
diritti del Capobanda: ricevere 12 ducati al mese (lire 54) con un mese di anticipo, 3 cantaia di carbone all’anno, la doppia paga, l’affitto gratuito della casa di abitazione, la cavalcatura per spostarsi tra i Comuni per lavoro;
doveri del Capobanda: dirigere la Banda, dare lezioni di musica ai bandisti esperti, dare lezioni ad altri 6 nuovi, adattare musiche nuove da fare eseguire alla Banda, sorvegliare i bandisti, riferire ai Deputati i nomi di chi non rispetta le regole,
apprendere dai Deputati i luoghi in cui recarsi con la Banda, far eseguire ogni domenica dai bandisti a Casalanguida i pezzi che saranno richiesti dai Deputati, riparare gli strumenti danneggiati, conservare gli spartiti che gli saranno affidati e restituirli su richiesta dei Deputati, comportarsi Come un fedele ed onesto Capobanda;
- doveri dei bandisti: obbedire agli ordini del Capobanda, dall’andata al ritorno dai Comuni dove si recheranno per suonare, essere presenti ai concerti, rispondere all’appello straordinario del Capobanda (due colpi di grancassa), esibire i certificati in caso di infermità, far riparare a proprie spese gli strumenti che per loro colpa saranno danneggiati, viaggiare con le casse e con la Banda, durante le processioni indossare la muntura (divisa), comportarsi da buon Filarmonico ed educato cittadino;
- in caso di inadempimenti lievi pagheranno una multa di 5 grani (21 centesimi), se non raggiungeranno il Comune stabilito 100 lire, se si ritireranno spontaneamente dalla Compagnia 150 lire, oltre naturalmente a lasciare lo strumento, la muntura e ogni arredo appartenente alla Banda, se non rispetteranno il Capobanda e i Deputati 50 lire;
- i componenti della bassa banda dovranno procurare le feste nei Comuni, compreso quello di Casalanguida, stipuleranno contratti che poi consegneranno ai Deputati per l’approvazione prevedendo la consegna del denaro al Cassiere in Casalanguida; per questo avranno diritto aI 5% degli introiti;
- i bandisti esperti riceveranno una uguale quota sugli introiti, che sarà consegnata loro a Luglio ed Ottobre di ciascun anno, versando un ventesimo alla cassa di risparmio istituita per provvedere alle spese straordinarie della Compagnia; i nuovi, quando inizieranno ad uscire con la banda,            percepiranno la mezza paga;
- l’unica eccezione sulla paga riguarda Eduardo Romagnoli, in quanto forestiere: riceverà dal Cassiere 12 ducati (54 lire)
più 15 ducati (63 lire) di gratificazione, più la quota dovuta agli altri bandisti; in cambio dovrà sostituire il Capobanda, quando sarà assente, e copiare gli spartiti per i bandisti;
- tutti gli strumenti appartengono alla Banda; se la banda si scioglie, essi devono essere tutti consegnati al Signor d’Alò che li conserverà;
- tutte le multe saranno depositate nella cassa di risparmio;
- il 1° Agosto 1863 e il 1° Novembre 1864 sarà fatto il conteggio delle entrate e delle uscite tra il Signor Cassiere e gli altri Deputati; all’operazione assisteranno due bandisti che riferiranno poi agli altri;
- il Signor d’Alò — dal 1858 al 1861 — ha anticipato per l’acquisto di strumenti, abiti ed altro ducati 160 (660 lire); per recuperare tale somma più le altre che anticiperà da questo momento potrà trattenere per sé gli introiti delle feste di Casalanguida e, se necessario, anche quelle degli altri Comuni; se non riuscisse ad ottenere il completo rimborso, potrebbe ricorrere alla cassa di risparmio;
- non concorreranno a tale rimborso il Capobanda e il figlio ed Eduardo Romagnoli
- i Deputati potranno protrarre l’incarico del Signor Mascio fino all’Ottobre 1866;
- nel mese di Giugno deI 1853 per organizzare la Banda alcuni proprietari del paese concorsero alle spese necessarie per l’acquisto degli strumenti, anticipando ducati 509 e grani 11 (2.165 lire e 80 centesimi); tale somma non fu mai restituita, ma i creditori promettono di rinunciarvi;
- le spese notarili sono a carico dei bandisti, ma vengono anticipate dal Signor Cassiere;
- l’Atto è stato scritto nell’abitazione del Notaio, in rione Piazza;
- i Testimoni sono Paolo Quinzio, proprietario, e Tolomeo Scalpella, farmacista."

8. Atto Notarile del 27 Gennaio 1866

"Motivo dell’Atto: patti e regole per la ricostituzione della Banda di Casalanguida
Costituiti all’Atto: i fratelli Nicola, Domenico e Gaetano del Vecchio, Francesco Ciancaglini, i fratelli Arcangelo e Luigi Tornese, i fratelli Vincenzo e Levino d’Alò, Alfonzo di Stefano, Emidio d’Alò, Angelantonio Colantonio, Donato di Paolo, Aurelio di Paolo, Eduardo Romagnoli, Donato Tornese, Ferdinando d’Angelo, Filoteo di Rocco, Berardino Colantonio, Gaetano de Costanzo. I minorenni sono accompagnati da un adulto: Giuseppantonio de Francesco da suo zio Donato di Paolo, Angelantonio Falcone da suo padre Gregorio, Donato e Levino d’Alò dal fratello Vincenzo, Luigi Argentieri da suo padre Vincenzo, Filandro di Paolo da suo fratello Aurelio, Giuseppe Quinzio da Giandomenico Quinzio e Pasquale di Paolo è presente per sé e come garante di suo fratello Michelangelo.
Informazioni importanti:
- la Filarmonica avrà la durata di 3 anni, fino a tutto il 1868;
- i Deputati saranno don Carlofilippo d’Alò e don Tito Forchetti, che potranno essere sostituiti da don Giuseppe d’Annunzio e da don Giuseppe d’Alò;
- Francesco Ciancaglini sarà il Capobanda ed avrà il compito di dare lezioni di musica ai bandisti, introdurre pezzi nuovi con l’approvazione di Aurelio di Paolo, Emidio d’Alò, Donato Tornese, Alfonzo di Stefano e Domenico del Vecchio;
- Nicola del Vecchio sarà cassiere e pagatore;
- i bandisti dovranno essere educati tra loro, rispettosi verso
il Capobanda e sottomessi ai Deputati;
- i componenti della banda ed i relativi strumenti sono:

 

2.Da notare l’inserimento di un nuovo strumento, il terzino d’Offlein, di cui è risultato difficoltoso reperire notizie. Potrebbe trattarsi dell’oficleide.

Domenico del Vecchio   trombone
Arcangelo Tornese   trombone
Donato di Paolo             trombone a pistone
Angelantonio Colantonio         trombone a pistone
Gaetano del Vecchio    corno
Emidio d’Alò     biucolo a cilindro
Levino d’Alò     biucolo a cilindro
Aurelio di Paolo             biucolo segnale
Eduardo Romagnoli    basso a cilindro
Nicola del Vecchio    bombardone
Donato Tornese     bombardone
Ferdinando d’Angelo   clarino
Filoteo di Rocco    clarino
Vincenzo d’Alò    ottavino
Alfonzo di Stefano    terzino d’Offlein
Berardino Colantonio   grancassa
Luigi Tornese    piattini
Gaetano di Costanzo   tamburo
Francesco Ciancaglini  due violini e contrabasso

- ai nuovi bandisti il Capobanda affiderà gli strumenti che riterrà opportuni;
- gli strumenti sono affidati alla responsabilità dei bandisti e, durante le feste, saranno depositati nelle Caserme dei Comuni in cui la Banda si esibirà;
- i Bandisti percepiranno uguale paga, ad eccezione di Pasquale di Paolo (nel primo anno riceverà mezza paga), dei nuovi (nel primo anno riceveranno l/4 di paga, nel 2° metà e nel terzo 3/4), di Francesco Ciancaglini (come Capobanda per cepirà I paga e ½) e di Eduardo Romagnoli (una volta l’anno, al termine delle feste, riceverà, oltre alla paga normale, lire 42 e centesimi 25, per l’aiuto che darà al Capobanda);
- ogni bandista provvederà alla propria uniforme; chi non potrà farlo, la prenderà da un mercante che sarà pagato con gli introiti delle feste di Casalanguida, ma non riceverà le proprie quote finché non avrà saldato il debito;
- se un bandista sarà assente per malattia, riceverà mezza paga, se non potrà recarsi a piedi nei paesi dove suonare, gli sarà data una cavalcatura a spese della Compagnia;
- i Bandisti che non assolveranno ai propri doveri dovranno pagare una multa, a seconda dell’atto compiuto, che andrà a beneficio di quelli che si comportano bene;
- Nicola del Vecchio avrà il compito di riscuotere le multe;
- l’Atto è stato scritto nell’abitazione del Notaio, in rione Piazza;
- i Testimoni sono Giovanni Colonna, calzolaio, e Camillo di Paolo, agrimensore, entrambi di Casalanguida."
Col passare degli anni la banda, grazie alla perfetta tecnica musicale acquisita, riscuoterà, sia in Italia che all’estero, sempre maggiori apprezzamenti e successi. Sulla scia di tali riconoscimenti i "bandisti", soprattutto giovani, del paesino diventarono così numerosi da dar vita addirittura ad una seconda banda che entrò in competizione con la prima.
         Le due lettere che qui fedelmente ed integralmente, riportiamo, indirizzate al sindaco dell’epoca, testimoniano il prestigio raggiunto dalle due Bande di Casalanguida alla fine dell’800.
           "Fossalto, 6 luglio 1897 Illustre signor Sindaco, torno daccapo ad incomodarla, sicuro che V.S. sappia e vorrà compatirmi. Feci una volta domanda per avere qui codesto concerto musicale nei giorni 7 ed 8 agosto, e qualora il primo complesso fosse impegnato prego V.S. di volermi mandare almeno il secondo o meglio la seconda musica di Casalanguida, mi faccia tanto favore e Le sarò obbligatissimo. La riverisco: - per Comitato: Costanzo Granitto". La seconda lettera recita, invece: "Rosello, 20-8-1898 Ill.mo Signor Sindaco di Casalanguida – Prego V.S. Ill.ma a volersi compiacere far conoscere che nel giorno 13 e 14 settembre prossimo, questa popolazione vogliono festeggiare S.Bartolomeo e S.Nicola, molto gradirebbero la prima Filarmonica di codesta Città, se si trova non compromessa, invito un musicante di fiducia recarsi qui per concordare il prezzo; se la prima trovasi impegnata non dispiacerebbe la seconda diretta dal Sig. Malachia Profeta dal quale attendo un musicante per stabilire il prezzo, V.S. Ill.ma perdonerà del disturbo e le anticipa i più sentiti ringraziamenti. Il Deputato delle feste Romoaldo Litterio". Fino al 1885 le scarse notizie confondono le vicende di queste due formazioni che, con ogni probabilità, si riunificarono non più tardi dell’inizio del XX secolo.
          A questo punto, è però doverosa una precisazione relativa a questo dualismo bandistico: ancora oggi infatti, vecchi bandisti e anziani del luogo testimoniano l’esistenza di due bande. Però, data la scarsità delle fonti non è dato sapere se questo dualismo si sia ricostituito in quegli anni oppure non sia mai cessato. In ogni caso, numerosi e valenti maestri, come Comingio Renzetti di Lanciano, Eduardo Di Capua, Federico Fabiodi di Napoli, Malachia Profeta di Chieti, Federico Sapio si sono susseguiti alla direzione delle due bande. Intorno al 1885 troviamo comunque la principale Banda diretta da Pilade Michetti di Tocco, fratello del famoso pittore Francesco Paolo, tale banda furoreggia nel 1888 alle feste in onore di San Giustino a Chieti dove si alternano sul palco ben otto "bande primarie". È giusto citare oltre al maestro anche il "capobanda" di questo complesso, Panfilo Di Paolo che indosserà per circa un quarantennio l’uniforme della Banda di Casalanguida fino a diventarne un vero e proprio simbolo, culminante, come mostra una foto di recente scoperta, con l’incarico di maestro avvenuto tra gli anni 1905 e  1910.

Una nuova data importante per la banda è il 1899, quando iniziò la direzione del Maestro concittadino Vincenzo Forchetti, anch’egli allievo del famoso conservatorio napoletano. Con il Maestro Forchetti la banda raggiunse un livello artistico mai toccato prima. Successivamente il Maestro unitamente a un gruppo di musicanti casalanguidesi costituirono l’ossatura fondamentale della banda della vicina “Bomba”, con la quale nel 1906 furono protagonisti in Turchia con una lunga tournèe durata circa 5 mesi,precisamente nei “PETITS CHAMPS” di Costantinopoli, raccogliendo i più lusinghieri consensi di pubblico e critica. La banda  si ricostituisce nel 1919 ancora con un illustre quanto sfortunato maestro locale: Alfonso D’Annunzio, forgiato come i predecessori al San Pietro Maiella. Egli ne rimarrà alla guida fino all’anno del suo drammatico suicidio, il 1924. Continuatore della sensibile opera di Alfonso D’Annunzio è Ludovico Favilla, che ne prende il posto nel 1925. Di quell’anno è il primo premio conseguito al Concorso di Roma, un autentico trionfo, testimoniato da due autorevoli fonti dell’epoca: IL MESSAGGERO scriveva: “un autentico successo ha riportato ieri sera al Pincio il grande concerto bandistico di Casalanguida. Il pubblico numeroso ha seguito con silenzio religioso le impeccabili esecuzioni del TANNHÄUSER, del BORIS GUDNOF e dei LOMBARDI, festeggiando calorosamente il Maestro e i suoi ottimi collaboratori”, e IL GIORNALE D’ITALIA incalzava “un pubblico enorme si è riversato in Piazza Colonna per udire il grande concerto bandistico di Casalanguida. L’esecuzione dell’interessante programma composto di musiche di Verdi, Mussorgski e Wagner ha riscosso consensi di pubblico e di critica ed è stato fragorosamente applaudito”. Altra trionfale ed applauditissima tournèe è quella tenutasi a Parigi nello stesso anno. Nel 1926 il Maestro Favilla lascia il proprio posto al Maestro Attilio Bruni. La banda, fino ad allora contava sempre non meno di 45 elementi e supererà il numero di 50 effettivi sotto la direzione del Bruni che resterà fino al 1929. Nella stagione successiva Giocondo Simone raccoglie i frutti del lavoro svolto precedentemente effettuando una applaudita tournée in Liguria dove particolare successo ottengono le esibizioni presso il Casinò di San Remo le quali dureranno circa due mesi.
         “L’eco della Riviera”, un giornale del luogo, così scriveva: “Seralmente l’immensa folla eterogenea che si riversava all’Imperatrice od al chiosco di via Ruffini, con i applausi vibranti, entusiastici, dimostra che all’aperto preferisce la banda, specie quando si tratta di un insieme come quello di Casalanguida che l’ottimo suo maestro Giocondo Simone, ha saputo far classificare fra le prime d’Italia”.
           Questi successi destano ancor più interesse e passione negli abitanti, soprattutto giovani del luogo, tanto che, nelle giornate invernali, periodo in cui la banda era a riposo e ogni suonatore dedicava gran parte del tempo libero allo studio del proprio strumento, il paese era  avvolto da varie melodie  che echeggiavano dalle finestre di ogni casa, così da sembrare  un grande conservatorio. Nel 1932 la bacchetta passò nelle mani del giovane nipote di Alfonso D’Annunzio, l’allora ventottenne Angelo Basilico D’Annunzio, valoroso maestro concertatore che portò la banda denominata “GRAN CONCERTO BANDISTICO  CITTA’ DI CASALANGUIDA” ad essere uno dei primi complessi bandistici d’Italia.
           Non a caso in quegli anni la Banda effettuerà delle tournèe trionfali in Sicilia, Calabria e Lucania, riscuotendo sempre meritati e calorosi consensi. Il Maestro Angelo Basilico D’Annunzio legherà il suo nome a quello della Banda di Casalanguida fino alla fine dell’attività, cessata nel 1966 e cioè per quasi quaranta anni.
Innumerevoli furono i successi riscossi dalla banda sotto la direzione del maestro, i quali sono testimoniati dai giornali dell’epoca. L’estate del 1947 è, per la Banda, un anno trionfale. Infatti, su Il Giornale d’Italia del 20 luglio si trova scritto: “I festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, conclusisi con un simpatico fuoco pirotecnico, ha dato alla cittadinanza aquilana la soddisfazione ed il piacere di ascoltare la nota ed acclamata banda di Casalanguida (Chieti). Questo complesso artistico, che figura tra i migliori del nostro Abruzzo e d’Italia, ha eseguito, nella giornata, sotto i portici, due programmi musicali di sceltissima musica, fra cui figuravano: l’«Amico Fritz»  l’«Iris» il Boris Goudnof, la «Lucia», la «Turandot», ed altri capolavori d’arte. Il perfetto affiatamento della massa, guidata dalla bacchetta del valoroso Maestro Angelo D’Annunzio, la impeccabile fedele interpretazione e le qualità impareggiabili dei solisti, hanno suscitato il più vivo entusiasmo nel numeroso pubblico presente, che ha, durante l’esecuzione e alla fine, colmato di applausi gli esecutori ed in ispecie il maestro. Speciale menzione meritano i solisti Salvatore Saetta flicorno soprano, Giuseppe Di Paolo flicorno tenore, Delfino Storto flicorno baritono e Sena clarinetto”.
  E poi ancora il Giornale d’Italia del 27 luglio 1947, con riferimento al concerto di Ripatransone per la Festa Patronale di S. Maria Maddalena scrive: “Alle ore 23 in piazza XX Settembre si è svolto un grande concerto con sceltissimo programma musicale. Ad onore del vero, non possiamo lasciare senza rilievo, per stretto dovere di cronaca, il valore intrinseco del Corpo Bandistico di Casalanguida il quale con perfetta tecnica musicale, fusione e delicate sfumature melodiche, ha interpretato magistralmente difficili pezzi di Opere classiche di sommi Maestri italiani e stranieri, suscitando nel pubblico, vivo entusiasmo e riscuotendo meritati e calorosi applausi”.
   E poi ancora Il Giornale d’Italia del 29 ottobre 1948 scrive, riferendosi alle bande di Lanciano e Casalanguida, “queste due Bande gloria e vanto della nostra Provincia e della nostra Regione, hanno veramente tenuto accesa la fiaccola della nostra tradizione, esibendosi dovunque e massimamente nei grandi centri tra il massimo entusiasmo delle popolazioni. A riprova di ciò sta il fatto che esse hanno fatto solo rarissime apparizioni in Abruzzo, trascorrendo l’intera stagione in Campania, Puglia, Calabria, Lucania ecc. Qual è il loro segreto? E massimamente, quale il segreto che fa di Casalanguida piccolissimo centro della Provincia di Chieti il massimo centro musicale? Ciò è tutto merito del bravo maestro Angelo Basilico D’Annunzio e dei suoi illustri predecessori…possiamo quindi chiudere questa nostra breve disamina col dire che la banda di Casalanguida quest’anno ha meritato, come per il passato, la massima gloria e la soddisfazione di essere stata ritenuta e giudicata la migliore “banda”.

La stampa degli anni ’50 riserva ancora parole d’elogio e stima per la banda di Casalanguida e per il Maestro D’Annunzio, tanto che sulla Cronaca dell’Abruzzo del 3 aprile 1955, si trova scritto: “Anche quest’anno, non venendo meno l’ultrasecolare tradizione, Casalanguida ha ricostituito il suo glorioso complesso bandistico. Ne è direttore e concertatore il concittadino comm. Angelo Basilico D’Annunzio noto ai critici e a tutte le piazze d’Italia per la sua squisita sensibilità artistica e la vasta cultura musicale. Il concerto di Casalanguida non ha bisogno di presentazione in quanto noto a tutti gli amatori di musica. Esso ha sempre riscosso il plauso e il consenso del pubblico e della critica e ovunque ha prestato servizio ha suscitato negli ascoltatori l’entusiasmo più schietto e sincero”. Per omaggiare la grandezza di questo personaggio ricordiamo alcuni aspetti della sua personalità e professionalità.
       Il maestro D’Annunzio, nei riguardi dei propri musicanti, durante il periodo della concertazione che precedeva le stagioni concertistiche, era assai esigente. I pezzi venivano affrontati con una minuziosità da perfezionista. L’intonazione doveva essere la più precisa possibile e l’interpretazione della partitura doveva rispecchiare fedelmente il volere del compositore, finché essa non si manifestava secondo l’intenzione del Maestro, di piena fedeltà al testo, non si passava ad altro pezzo da concertare.
           Questa fatica preparatoria all’uscita della banda, comportava tensioni emotive notevoli per il direttore, piccoli scontri con i solisti gelosi della propria autonomia tecnica, ore e ore di prove fino a giungere all’interpretazione voluta dall’autore.
Le prove di concertazione dell’epoca, ma anche dei decenni successivi, duravano circa un mese. I musicanti  arrivavano da varie parti d’Italia e i solisti venivano scelti dal maestro dopo un’accuratissima ed attenta prova tecnica preventiva effettuata sul posto.
          Si ricordano, non senza commozione, le tante volte in cui la banda, pronta ormai alla nuova esperienza annuale, in alta uniforme, faceva il giro del paese davanti allo sguardo serio e alle orecchie sensibilissime del maestro, in segno di saluto alla popolazione. Durante i mesi che seguivano, giungevano notizie felicissime di vittorie nelle dispute con altre bande pur valorose (quelle pugliesi soprattutto) in località di riguardo.  
Per tutto l’arco di tempo compreso fra il 1932 e il 1970 il complesso rimane sempre nel novero delle migliori formazioni in circolazione: con 70 elementi nel 1951 alle “Celebrazioni Verdiane” di Teramo; nel 1956 è presente alla “Sagra Musicale” di Sulmona; l’anno seguente effettua un’apprezzata tournée in Sicilia.
Questi anni vedono il complesso protagonista di un altro evento del tutto nuovo per il periodo: testimoni diretti raccontano che la Banda è stata una delle prime tra quelle civili ad avere  l’onore di esser stata scritturata per una registrazione dalla neonata RAI. Ancora oggi, infatti, a Casalanguida ci si ricorda,  di quell’indimenticabile giorno del 1958 in cui tutti i Casalanguidesi, fieri e orgogliosi, in religioso silenzio ascoltavano alla radio le melodiose note eseguite dalla loro banda.
Una breve pausa si registrò agli inizi degli anni ’60 allorché, quasi l’intero organico e D’Annunzio, prendono il nome di un altro ben più importante centro, Chieti, che per sei anni consecutivi finanzia il complesso, privo di risorse economiche, in cambio del nome.

Dal 1967  al 1970 si sviluppa l’ultimo capitolo della storia di questa gloriosa banda, di cui fortunatamente rimane l’esecuzione della Seconda Rapsodia Ungherese di Franz Listz nella nastroteca della sede Rai di Pescara. Negli anni seguenti il corpo bandistico continuò a sussistere, anche se in forma ridotta, grazie all’impegno del prof. Nino Forchetti primo oboe dell’originario complesso bandistico, al quale va il merito di aver forgiato la  nuova generazione di musicisti. In coincidenza con la cessazione dell’attività di direzione del maestro D’Annunzio, tutte le sedi bandistiche della Regione ebbero un progressivo e diffuso affievolimento di entusiasmo per questa forma di arte popolare e, quindi, di conseguenza la fine di un diretto contatto con la musica colta, sostituita dai nuovi messaggi musicali  che la radio e la televisione iniziavano a diffondere.
Non dimentichiamo inoltre che, per le fresche generazioni dell’epoca, la Banda rappresentò non solo una valida possibilità di lavoro e sostentamento per buona parte dell’anno, ma per i più dotati, l’accesso in ambite istituzioni musicali dell’intera nazione tanto che i migliori “solisti” di bande private rappresentavano assai di frequente il nerbo delle bande “municipalizzate” di grosse città, di quelle “militari”, delle grandi orchestre sinfoniche e della RAI stessa, una volta istituita.
I Ceccarossi, i Torrebruno, i Pietro Colantonio e Michelangelo Pili  (questi ultimi due entrambi di Casalanguida), il Colantonio definito “Il Caruso dei tromboni d’Italia”, il Pili per molti anni titolare del ruolo di “primo basso tuba nell’orchestra della Rai di Torino”, ed altri ancora sono  ricordati come “esemplari prodotti” dalle eroiche bande sotto la scuola di grandi, storici maestri. Prima di concludere è doveroso, sottolineare come le gesta di questi personaggi possano apparire ai nostri occhi come delle leggende, ma in realtà la loro vita “gaia e terribile” nascondeva giorno dopo giorno disagi, pericoli e privazioni di ogni sorta. Precedentemente si è detto che le tournée duravano anche diversi mesi, quale sacrificio doveva essere per i musicanti separarsi dalle proprie mogli, dai propri figli, dal calore di una famiglia per così lungo tempo!
Per non dire, poi, come ci si doveva arrangiare per recarsi a suonare nei paesi festanti. Se si era fortunati si andava numerosi tutti stipati sui camion, che negli altri giorni erano serviti per i lavori, in mezzo agli strumenti e agli abiti che si sarebbero dovuti indossare per la serata concertistica. Diversamente,  ci si alzava al mattino quando ancora il sole non era sorto e ci si incamminava per ore e ore con gli strumenti e tutto l’occorrente in spalla finché non si era giunti a destinazione. Quando finalmente cominciava il concerto di questa umile e appassionata gente, vi era anche chi, non conoscendo lo spirito di sacrificio che caratterizzava il bandista, come gli aristocratici e gli organizzatori delle feste, con arroganza pretendevano un “pezzo” anziché un altro. A ricordo di ciò v’è da citare un aneddoto di quei lontani e duri tempi: nel mese di giugno le bande abruzzesi andavano spesso nel vicino Molise. I molisani amano ascoltare i buoni complessi, e pur di assicurarsi una banda di grido erano disposti a rinviare la festa ad un qualsiasi giorno della settimana. La Banda di Casalanguida suonava a Campolieto per la festa di S.Antonio. Fatto il primo giro del paese, doveva eseguire il matinée in piazza. Così, in attesa che arrivasse il maestro, la banda suonò una marcia. Ma il direttore non si vedeva, ed allora fu suonata una seconda marcia. Subito dopo, il capo deputato salì rapidamente sul palco e, rivolto al capobanda, disse minaccioso: - “Se da que a dece menute nin facite nu pezze d’opere, je facce tagliamente!”
Ed il capobanda, con l’energia di Pier Capponi, replicò:
- “Se voi fate tagliamento, io farò suonare il Piave!”. Il duello capponiano stava diventando sempre più verboso, finchè  giunse il maestro  D’Annunzio che diede avvio all’atteso concerto con una fantasia cara ai bandisti di Casalanguida, I Lombardi alla prima crociata, del genio di Busseto. Come per incanto, al diffondersi della bella melodia verdiana  cessò ogni clamore. E alla fine, i calorosi applausi della folla fecero dimenticare il piccolo incidente. Ecco quali erano i disagi e le umiliazioni che incontravano i musicanti, ai quali oggi vien spontaneo rivolgere un caloroso ringraziamento non solo per aver fatto conoscere ed apprezzare le straordinarie opere musicali dei massimi compositori italiani e stranieri, diventando quasi inconsciamente l’unica scuola di musica che il popolo abbia mai avuto in Italia, ma anche per  la grande e valida lezione di vita, improntata, giova ricordarlo, al duro lavoro e al sacrificio senza i quali non si può avere nulla in cambio, oggi, il loro insegnamento in un momento in cui la nostra società è attraversata da profondi e non sempre positivi cambiamenti, appare ancor più prezioso perché si vanno perdendo quei valori e quei sentimenti che  dalle origini hanno caratterizzato l’identità del popolo abruzzese.
Nell’elenco che segue abbiamo voluto ricordare i musicisti casalanguidesi che hanno dato onore e gloria alla “nostra Banda”. (Ci scusiamo se abbiamo tralasciato qualcuno ma anche  gli anziani non ricordano più con precisione).

Vincenzo Forchetti   maestro
Alfonso D’Annunzio  maestro
Angelo  Basilico D’Annunzio maestro
Nino  Forchetti   oboe
Giovanni Marchetti   sax basso
Giuseppe Mascitelli   percussioni
Domenico Di Paolo   flauto
Gennaro Tumini   sax basso
Michelangelo Pili    bassotuba
Alfredo D’Angelo   bassotuba
Rosario    Forchetti   sax alto
Rosario  Pedone   trombone c.
Quirino Sabatini   contr. Ancia
Nicola   Mascitelli   tromba
Giuseppe  Mascitelli   tromba
Vincenzo Landi   tromba bass.
Adelchi Ricotta   clarinetto
Arcangelo Tornese   flicorno c.
Luigi   Pili    timpani
Ferdinando Pili    tromba bass.
Mario  Fiadone   sax soprano
Panfilo  Di Paolo   clarinetto
Dante   Di Paolo   clarinetto
Pietro  Colantonio   flicorno t.
Giuseppe  D’Annunzio  tromba in fa
Antonino Colantonio   clarinetto
Nicola  Tornese   corno
Ettore  Del Vecchio  clarinetto
Sigfrido D’Angelo   flicorno t.
Nicola   Forchetti   trombone t.
Ottavio  Tumini   flicorno t.
Giuseppe Di Paolo   flicorno t.

Quirino Mascitelli   piatti
Angelo  Sabatini   tamburo
Gino  Tornese   sax tenore
Ernani  Tornese   clarinetto
Angelomaria Colantonio   clarinetto
Francesco Paolo Fasoli  bombardino
Vincenzo Fasoli            maestro
Emidio   Forchetti   trombone b.
Felice    Forchetti   flauto
Italo   Colonna   bidello
Alfredo Boiano             bidello
Angelo Maria Tornese   basso tuba
Nicola   Tornese   grancassa
Giovanni  Tornese   flicorno mib
Giuseppe  Tumini   bombardino
Onofrio  Dell’Orso   trombone
Nicola   Del Vecchio  clarinetto
Luigi   Forchetti   ?
Attilio  Antonino   tromba
Giuseppe Marchetti   grancassa
Beniamino Tornese   ?
Umberto Tornese   ?
Giuseppe Ricotta   piatti
Giovanni Fasoli   clarinetto
Nicola  Marchetti   tromba
Amerigo Colantonio   corno
Nicola   Iovacchini   clarinetto
Domenico Di Marco   tamburo
Camillo Di Paolo   flicornino
Nicola  Menna   piatti  
Tommaso Di Stefano   flicorno c.
Nicola  Ricotta   basso
Emilio Di Paolo   Flicornino,
Agostino Antonini Cl. Picc. Mi b,
Panfilo Mascitelli Tromba Sib,
Ottorino D'Angelo Tromba bassa,
Amilcare D'Angelo Bombardino,
Arturo Cauli, Voce Baritono.

 
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