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ALFONSO D'ANNUNZIO IL GENIO FUGACE
Nel quarto appuntamento con l’Almanacco del Bandista abbiamo deciso di raccontarvi dello straordinario talento di Alfonso D’Annunzio, cometa nella Banda Cittadina e primo insegnante di alcuni dei musicisti trattati nelle settimane precedenti.
A causa della sua morte prematura si hanno poche notizie, e per di più frammentarie, giunte a noi tramite racconti orali e alcuni articoli della stampa del periodo.
Alfonso D’Annunzio nasce a Casalanguida il 25 luglio 1890 da Giacinto e Antonietta, maestra marchigiana in servizio a Casalanguida.
Fin da bambino prende le prime lezioni di musica, spiccando per capacità e velocità d’apprendimento. Poco più che ragazzino si trasferisce dalla sorella Ada in quel di Lucera (provincia di Foggia) dove incontra il suo mentore, il Maestro Silvio Mancini, da cui apprenderà tutto lo scibile musicale.
Spronato dal suo Maestro a frequentare il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, Alfonso decide di mantenersi e pagare gli studi suonando in locali di intrattenimento, teatri e cinema dove, grazie alle virtù pianistiche, crea il giusto sottofondo alle pellicole mute.
Si diploma al Conservatorio di Napoli in pianoforte e strumentazione nel luglio del 1915. Mantiene stretti legami con il proprio insegnante Raffaele Caravaglios, illustre direttore di banda, professionista rigoroso ed esigente.
Articoli della stampa dell’epoca ci informano che suona, durante il periodo accademico, il clarinetto piccolo Mi bemolle con la banda di Lucera sotto la guida del Maestro Silvio Mancini.
Una locandina delle celebrazioni per la Madonna dell'Addolorata di Atessa riferisce circa un servizio svolto dalla banda di Casalanguida diretta dal Maestro Alfonso D'Annunzio nel settembre del 1919, simultaneamente alla banda di Atessa guidata da Antonio Di Jorio, maestro locale suo coetaneo e collega di studi presso il Conservatorio di Napoli.
Al fine di suggellare l’amore per la sua terra, nel 1919 ricostituisce la Banda di Casalanguida, riportandola ai fasti del passato, e ne assume la guida fino alla tragica morte. Nel 1922 torna a Lucera da affermato professionista e dirige la banda del paese natio per le festività locali del 15 e 16 agosto.
Da una testimonianza resa a Rodosi D'Annunzio da Mario Fiadone , suonatore di sax soprano, originario di Casalanguida e noto mobiliere negli anni ’60 a Pescara, emerge un aneddoto, proveniente dalle confidenze intrattenute con il Maestro Giustino Scassa, clarinettista presso l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo che, su richiesta di Pietro Mascagni, venne promosso a “prima parte”. Durante una festa paesana del 1921, Giustino Scassa, alla direzione della banda di Spoltore, si vede suonare contemporaneamente ad Alfonso D’Annunzio, che dirige la banda casalanguidese. Al tempo era usanza l'invito a pranzo per il maestro della banda da parte di famiglie abbienti, e in quell'occasione erano in due. Così, per mera casualità, si ritrovano a tavola insieme.
Sulla circostanza, il Maestro Scassa racconta a Mario Fiadone che invita il maestro Alfonso D'Annunzio, per allietare i commensali, a suonare qualcosa insieme al clarinetto, loro strumento comune. In realtà desidera superarlo nella sfida, conscio della sua bravura, ma per tutta risposta Alfonso replica che gli è nota la sua padronanza del clarinetto, e che pertanto preferirebbe accompagnarlo al pianoforte, eseguendo la Seconda Rapsodia di Liszt. Il maestro Scassa ricorda che, appena Alfonso sfiora i tasti bianchi e neri del pianoforte, rimane estasiato e, colto da stupore, si ferma ad ascoltarlo senza emettere un fiato con il suo clarinetto. Nasce così una stima profonda, al punto che quando D'Annunzio muore, lo stesso Scassa ne resterà profondamente turbato.
Alfonso scrive varie marce, tra le quali “Rimembranza” che viene incisa dalla Philadelphia Rossi Band nel 1927 per il mercato discografico statunitense.
Secondo le testimonianze, è in grado di eccellere in virtuosismi e variazioni con diversi strumenti: pianoforte, clarinetto, mandolino.
Nel dicembre 1923 si sposa con Maria Pasera, unione che durerà pochi mesi, poiché l’11 luglio 1924 Alfonso si toglie la vita e Casalanguida tutta osserva tre giorni di lutto cittadino per piangere l’illustre e prodigioso figlio.
Non sono giunte a noi foto del Maestro Alfonso D’Annunzio, ma rimane nell’immaginario collettivo, alimentato dalla catena di ricordi di chi lo ha conosciuto, la figura di un uomo elegante, che ammalia il pubblico femminile con i suoi modi “decadenti", distinguendosi grazie all’inseparabile foulard di seta e alla predilezione di abiti chiari.
Alfonso riposa nel Cimitero Comunale di Casalanguida e, sulla sua lapide consunta dal tempo, sono leggibili queste parole:
“Al Maestro Alfonso D’Annunzio. Asceso giovanissimo alla gloria dei cieli per vivere tra i grandi spiriti della sua arte in pace e in letizia. I musicanti della sua Grande Banda lacrimando a memoria perenne posero.”
A cura di Lisa Pomilio, Rosalia Di Risio, Rodolfo D'Annunzio