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ANGELO BASILICO D'ANNUNZIO
Benvenuti nel primo appuntamento dell’Almanacco del Bandista, rubrica gestita dalla Banda Angelo Basilico D’Annunzio, che nasce con l’intento di far conoscere curiosità, aneddoti di vita bandistica e non, e i personaggi illustri del paese della Banda.
Il primo dei personaggi di cui narreremo è Angelo Basilico D’Annunzio, che dà il nome alla nostra Banda, e di cui pochi giorni fa è ricorso il trentennale dalla morte.
Angelo Basilico D’Annunzio nasce a Casalanguida il 17 aprile 1904 da Giustino Basilico, originario di Gissi, e Michelina D’Annunzio, originaria di Casalanguida. Il piccolo Angelo cresce con la madre, poiché il padre nel 1908 emigra verso il Brasile.
In età giovanile Angelo decide di assumere il cognome materno. Passa l'infanzia e la giovinezza tra le viuzze del paese, respirando arte e imparando a suonare l'oboe nella scuola bandistica locale (il suo primo mentore è Alfonso D'Annunzio), che scova in Angelo il talento quasi genetico nei Casalanguidesi.
Inizia a muovere i primi passi della sua carriera artistica presso diversi complessi: Bolognano (Pescara, 1929-
Per quanto concerne la vita privata, convola a nozze con Maria
Matteucci, maestra elementare originaria di Canosa Sannita, e dalla cui unione nasce Samuele.
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nel 1946, torna a Casalanguida poco più che quarantenne, e decide di declinare incarichi prestigiosi e ben remunerati per legarsi a Casalanguida, l’amata terra natìa, nonostante le modeste prospettive economiche. Angelo Basilico D’Annunzio presta la sua opera con diligenza, professionalità e competenza a Casalanguida fino al 1970.
In quel periodo, negli anni che vanno dal 1962 al 1967, il maestro
D’Annunzio dirige il “Gran Concerto Banda di Chieti” al cui interno suonano con dedizione ed impegno tutti i bandisti, ed amici, casalanguidesi. Angelo Basilico D’Annunzio vive i suoi ultimi anni a Casalanguida, dove muore il 3 luglio 1990.
Il 29 luglio 2006, per volere dell’Associazione Musicale Casalanguidese Santa Cecilia, viene apposta una stele commemorativa sulla facciata della sua casa natìa a ricordo indelebile della sua vita bandistica e del suo amore per le radici.
Della sua figura restano la sapienza, un proverbiale rigore su intonazione e ritmo, e la capacità di andare oltre la tecnica e lo stile, trasmettendo ai bandisti il valore e il messaggio che ogni compositore metteva nella propria musica.
A cura di Lisa Pomilio, Rosalia Di Risio, Rodolfo D'Annunzio