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La Banda di Casalanguida nella Storia.....
L’idea di narrare le origini e le vicende della Banda di Casalanguida è nata dall’interesse che il Gruppo Culturale Cantorum Santa Maria Maddalena nutre per la musica e per la Banda in particolare. Un interesse nato anche, e soprattutto, dal fascino e dall’orgoglio che la Banda del nostro paese ha suscitato, da oltre un secolo, in tutti i casalanguidesi. Diverse, contraddittorie e confuse sono le fonti che riguardano la nascita e lo sviluppo di questo grande "fenomeno musicale", ma sicuri, certi e concreti sono i consensi, l’ammirazione e le lodi che la nostra Banda ha avuto in tutto la sua lunga storia. La Banda è il nostro fiore all’occhiello, (forse l’unico, ma sicuramente il più vero, il più duraturo) ciò che ha saputo dare una identità al nostro piccolo paese, togliendolo dall’anonimato. Quante volte, in passato ci siamo sentiti dire:"…Ah! Casalanguida, il paese della famosa Banda". La Banda, la musica sono sempre state nell’animo di tutti i casalanguidesi, tanto da costituire, per molti, l’unico grande interesse, e chi non ricorda con quanta attenzione e partecipazione si ascoltavano le "prove" che la Banda teneva (quasi sempre in un garage) prima della stagione concertistica! Le più belle arie della Tosca , del Rigoletto, del Barbiere di Siviglia … restavano impresse nella mente a tal punto che molti, soprattutto i giovani, riuscivano a fischiettarle per le strade, sul lavoro (qualcuno riusciva a fischiettare addirittura un’intera opera), senza dimenticare che all’epoca, a Casalanguida non esistevano registratori. Queste poche righe, senza presunzione alcuna, vogliono ricordare questi "eroi" della musica che ancora oggi sono motivo d’orgoglio per tutti noi. Prima di ripercorrere le tappe essenziali della storia della "nostra Banda" è opportuno fornire qualche accenno sulle origini della banda in genere. Essa, nasce come complesso di strumenti a fiato e a percussioni destinato a suonare prevalentemente all’aperto. Le prime fonti storiche riguardanti una formazione di musicisti le cui caratteristiche possono ricollegarsi alla banda, risalgono al 1700, ma già nell’antica Grecia e via via fino ad arrivare all’epoca imperiale romana, esistevano gruppi di suonatori di strumenti a fiato che avevano il compito di incitare i soldati durante i combattimenti. Appare, quindi, chiara l’origine prettamente militare della banda che nei secoli successivi e principalmente nel Medio Evo, cominciò a diffondersi nelle maggiori corti d’Europa. Significativo è, a tal proposito, il ricordo della fanfara del Carroccio di Milano, dell’XI secolo. Con l’invenzione del sassofono ad opera del belga Adolf Sax nel 1840, la banda ebbe un notevole sviluppo, in quanto si poterono creare effetti timbrici assai variabili e ricchi, con impasti di gruppi di strumenti (dette famiglie) quali ottoni, legni ed ance. Nella prima metà dell’800 sorsero complessi bandistici quasi in ogni città e paese d’Europa, formati da gente del popolo, spesso artigiani, sarti, calzolai, muratori che durante il periodo invernale si riunivano per fare musica. Vi è poi da notare come, fino al 1800, la banda non avesse un organico precostituito ma era piuttosto un’ accozzaglia di strumenti di vario genere che dava un risultato musicale scadente. Il Maestro Alessandro Vessella (Alife, Caserta 1860-
La grandezza del Maestro Alessandro Vessella e l’importanza della sua riforma sono testimoniate anche dal ricordo di Enrico Leone, un vecchio musicante, che nel libro-
Era un canto celestiale, tutti cantavano, i gravi, i flicorni, le ance delle diverse famiglie fuse nella dolcezza delle belle frasi: gli strumenti, nell’amalgama dei timbri, in un meraviglioso assieme, creavano un effetto inesprimibile a parole, mentre la sinfonia scorreva nelle sue stupende armonie. Una grande commozione mi riempì l’animo malinconico: quella che ascoltavo era la nuova strumentazione per banda, creata da Alessandro Vessella!” Dopo questa breve introduzione non si può non parlare dell’altrettanto affascinante storia della Banda del nostro paese che ha saputo accogliere ed esaltare gli insegnamenti del Maestro Vessella. Essa nasce nel 1849 per volontà di due mecenati del luogo, Carlofilippo D’Alò e Michelangelo Piscicelli. È doveroso, innanzitutto, sottolineare che Casalanguida, per la sua storia bandistica e per gli sviluppi che ne seguirono merita un apprezzamento particolare rispetto a città dalle possibilità, economiche e culturali, infinitamente maggiori, essendo il nostro paese costituito da poche centinaia di abitanti. La banda era composta essenzialmente da contadini e artigiani, gente, quindi, umile che viveva nella precarietà economica e tra innumerevoli difficoltà. Nonostante ciò queste persone non esitavano a dedicarsi con totale devozione all’arte della musica e non certo per i pochi denari che riuscivano a racimolare, che pur gli abbisognavano per arrotondare i magri profitti dei loro mestieri. I nostri "artigiani del suono" sono, così, degni di ammirazione e considerazione, per aver compiuto un’immensa opera tra mille difficoltà e sacrifici.Il primo direttore della banda di Casalanguida,di cui si hanno notizie certi, fù don Didimo Mayo, giunto dalla vicina Vasto, che diresse la banda dal 1852 al 1853, data in cui lasciò l’incarico per sopraggiunti screzi con i musicanti. Successivamente le sorti della banda furono affidate ad un musicante proveniente da Capua, certo Eduardo Romagnoli, suonatore di basso e contrabasso, il quale oltre a far parte della filarmonica doveva occuparsi dell’insegnamento della musica ai ragazzi e alla copiatura degli spartiti per i bandisti.Nel 1859, la bacchetta passo ad un famoso maestro dell’epoca borbonica: Crisanto Del Cioppo,(Busso, 1830 – Firenze, 1915) formatosi al conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli. Egli, oltre ad intensificare la fucina degli allievi al fine di conferire maggiore corposità alla struttura della banda, riformò il repertorio bandistico con l’introduzione del "passo doppio" nelle marce. Ad esso si susseguirono due musicanti con funzioni di capobanda – insegnante precisamente don Ireneo Mascio nel 1863 e Francesco Ciancaglini nel 1866, quest’ultimorisulta essere stato il primo maestro del paese. A testimonianza di quanto sopra, si riportano fedelmente alcuni Atti Notarili dell’epoca, ritrovati all’Archivio di Stato di Lanciano, dagli alunni coadiuvati dalle insegnanti della Scuola Elementare di Casalanguida a termine di una ricerca socio-
1°Atto notarile del 25 luglio 1852
Regno delle Due Sicilie
Ferdinando Secondo Regnante
“Avanti di me Notar Agostino d’Annunzio del fu Gaudenzio residente in Casalanguida, e de’ richiesti sottoscrivendi testimoni a me noti ed aventi le qualità legali personalmente si sono costituiti don Didimo Mayo, Vincenzo di Paolo, Donato di Paolo, Nicola del Vecchio, Giuseppe Pedone, Francesco Quinzio, Angelo di Rocco, Donato Tornese, Donato del Vecchio in nome de’ suoi figli Gae tano e Domenico, Gennaro di Rocco in nome di suo fi glio Filoteo, Donatantonio d’Alò in nome di suo figlio Emidio, Giuseppantonio d’Alò in nome di suo figlio Vincenzo, Martino Ciancaglini in nome di suo figlio Francesco, Tommaso Tornese in nome de’ suoi figli Arcangelo, Giuseppantonio e Vincenzo, Luigi di Paolo per se, e per suo figlio Aurelio, Marziale di Stefano per suo figlio Alfonzo, Donatangelo Colantonio per suo figlio Berardino, ed Antonio d’Angelo in nome di suo figlio Ferdinando; non che don Carlomaria di Croce, don Luigi Forchetti, don’lnnocenzo Cauli, don Massimiliano Colonna, don Matteo d’Alò, don Michelangelo d’Annunzio, e don Donatangelo Forchetti. Tutti domiciliati in Casalanguida, e noti a me Notajo e sudetti testimoni.
Don Didimo Mayo ha dichiarato di esser pronto a formare una Banda Musicale con que’ giovani di sopra notati, per secondare il di loro genio, ed il desiderio di coloro che si son mostrati propensi a coadiuvarli, e di esser animato benanche dal proposito di portarla a compimento con tutti i modi della sua maestria. Gli alunni e padri rispettivi, ed i Signori Concorrenti a tale stimabile situazione ritenendo l’offerta del Signor Mayo, e le esibizioni da loro fatte, concordemente àn convenuto quanto segue.
Il Signor Mayo si obbliga di formare una Banda Musicale con i sopradetti giovani, salvo ad accrescerne degli altri, dando loro lezioni di musica vocale ed istrumentale in quelle ore, ed in quelle giornate, che agli alunni riuscirà più opportuno, procurando a sue spese un buon filarmonico per l’intonatura degli strumenti da fiato; ben’inteso però, che rinvenendovisi di quelli insufficienti ad apprendere, costoro vi dovranno essere espulsi, col rilascio dello strumento alla Banda se fu acquistato col danaro altrui. Si obbliga parimente di non percepir nulla su’ principj di musica in iscritto meno la Carta, e di somministrar gratuitamente le sue Carte musicali concertanti nel corso del primo biennio.
Secondo. Gli alunni, oltre alla lezione, dovranno dipendere dal Signor Maestro per la direzione ed esecuzione delle musiche, e pel solo primo anno pagargli mensilmente con anticipazione carlini quattro per ciascuno. Il detto mensile dovran pagargli gli alunni nel proprio nome ed i genitori per conto de’ loro figli, per la quale esazione il Signor Maestro deputerà chi gli piacerà di essi. Per la disciplina, buon’ ordine e sorveglianza morale di tutti, gli alunni dipenderanno non solo dal Signor Maestro, ma benanche da Signori don Matteo d’Alò, don Michelangelo d’Annunzio deputati all’uopo eletti, co’ quali dovranno convenirsi le mercedi delle feste, e ... col Signor Maestro, ed il Signor d’Alò ne sarà il Cassiere, e Cassiere benanche delle somme de’ Signori Prestanti, ed incaricato ancora per l’acquisto degli Strumenti, e per l’esazione delle multe.
Terzo. Degli utili nessuno eccettuato, parte doppia sarà del Signor Maestro e semplice per ciascun musicante.
Quarto. Donato di Paolo dovrà provvedersi di un clarino, Giuseppantonio d’Alò di un’ottavino per suo figlio Vincenzo, e Tommaso Tornese di una tromba per uno de’ suoi figli; gli altri saranno provveduti di Strumenti col danaro, che per ducati venticinque sarà anticipato da don Carlomaria di Croce, don Matteo d’Alò ducati settanta, don Michelangelo d’Annunzio ducati quaranta, don Luigi Forchetti ducati venti, don Massimiliano Colonna ducati venti, don Donatangelo Forchetti ducati venti, e don’lnnocenzo Cauli ducati quindici,
che sono ducati duecentodieci. Quinto. Tutti gli alunni nel proprio nome, ed i padri in nome de’ loro figli membri della Banda in parola, oltre alla responsabilità sulla esistenza e buona tenuta dello Strumento restano obbligati con vincolò solidale di restituire i predetti ducati duecentodieci ai Signori Prestanti per tutto Ottobre del l’anno milleottocentocinquantasei, non solo con i primi introiti della Banda, ma benanche con altri di loro mezzi reali e personali, a piacimento de’ Signori Prestanti, per il che rimane convenuto e stabilito con termini espressi il di loro personale arresto in caso d’inadempimento. Pel quale oggetto, e per adire in giudizio nelle relative occorrenze, resta nominato il Signor don Matteo d’Alò qual Cassiere e Procuratore, che è tenuto di ripartire ciascuno introito, a rate eguali, tra i Signori Prestanti, appenaché si sarà realizzato. Più, i Signori Prestanti avranno la garantia di proprietà su tutti gli Strumenti somministrati, e la lezione regolare e gratuita ad uno de’ propri figli o nipoti in terzo grado, ai quali il Signor Maestro si obbliga di darla nel corso di un’anno in attestato di reciproca gratitudine.Sesto. Tutti gli Strumenti saranno della Banda come un corpo morale, e non già de’ Bandisti, ed il Signor Cassiere terrà un notamento degli Strumenti di esclusiva proprietà de’ musicanti, col rispettivo valore, e gli rimborserà del prezzo in proporzione cogl’introiti seguenti a quelli che occorreranno per rimborsare i ducati duecentodieci; E quel Bandista che terrà uno Strumento servibile, è tenuto passarlo alla Banda per esserne rivalutato come dianzi è detto.
Settimo. Nel caso che per unanime consenso de’ componenti la Banda, d’essa vorrà sciogliersi, senza che siasi rimborsata la somma di ducati duecentodieci come sopra, tutti gli Strumenti dovranno rilasciarsi al primo invito sulle mani del Cassiere, che potrà venderli, ed applicarne l’introito al mentovato rimborso, salvo rimanendo quanto è disposto nell’articolo quinto.
Ottavo. In ogni domenica la Banda, appena sarà capace di eseguire qualsiasi armonia, dovrà eseguirla gratuitamente sino ad Ottobre del milleottocentocinquantasei, purché in dette domeniche non ricorrano feste de’ Santi Protettori.
Nonò. Al Signor Maestro si dovrà rispetto ed obbedienza, e se mai per capriccio o pretesto chiunque de’ musicanti vorrà allontanarsi dalla lezione, ed in seguito dal non far parte della Banda, o non si provvederà di strumento, i rispettivi genitori, ed eglino direttamente soggiaceranno alla penale di ducati venti pagabili con arresto personale a pro’ della Banda, al rilascio dello Strumento sia proprio, sia acquistato col danaro prestato, a beneficio della Banda medesima, per altri comodi di lei.
Decimo. La precedente penale avrà pur luogo in caso di mancanza al pagamento del mensile al Signor Maestro, e per ogni altro inadempimento che potrà commettersi da Bandisti, o padri di loro, il tutto come sopra è precisato. Undecimo. Per ciascuna controvenzione del Signor Maestro gli resta fissata la penale di ducati cinquanta esigibile benanche col di lui personale arresto.
Duodecimo. Tutte le multe che saranno riscosse dal Signor Cassiere dovranno applicarsi per altri comodi della Banda.
Decimoterzo. Dal primo Agosto andante anno sino ad ottobre del milleottocentocinquantasei osservandosi indolenze nel Signor Cassiere per l’adempimento degl’impegni assunti da Bandisti e padri di loro, e dal Signor Maestro, chiunque de’ Signori Prestanti da ora per allora resta facoltato a spese comuni ad agire contro i controventori in tutte le di loro controvenzioni sino all’arresto personale di chicchessia, e chi de’ Signori Prestanti non vorrà concorrervi, rimane decaduto dal ri... quella somma che si troverà aver prestata, che andrà a beneficio di coloro che spontaneamente e senza indugio vi avranno aderito. Decimoquarto. La parte, che per effetto della solidalità sarà coercita, ed avrà adempito all’obbligazione, subentrerà ne’ stessi dritti e ragioni di coloro a pro’ de’ quali si è stipulata l’obbligazione istessa, senza escludervi il personale arresto, e ciò per espressa convenzione.
Decimoquinto. Per la buona lezione del Signor Maestro ai suoi Bandisti sarà sorvegliato da Signori don Matteo d’Alò, e da don Michelangelo d’Annunzio.
Decimosesto. La presente convenzione principierà ad essere obbligatoria dal primo Agosto corrente anno sino a tutto Ottobre dell’anno milleottocentocinquantasei. Nel primo del seguente Ottobre, dico del seguente Novembre, si procederà a novella convenzione che sarà compilata e regolata da’ prelati Signori d’Alò e d’Annunzio per voto delle parti, o da uno di essi, ed alla quale tutti i Bandisti dovranno conformarsi, e chi vorrà esentarsene, anche per giusti motivi o per morte, resta fermo il rilascio dello Strumento a pro’ della Banda. Decimosettimo. Le spese del presente atto pro rate a carico de Signori Bandisti, ma verrà anticipato dal Signor Maestro, a cui eglino restan tenuti obbligati rimborsarle al primo invito.
Finalmente le parti, dopo aver pienamente approvato quanto col presente atto an convenuto e stipulato, per l’esecuzione eliggono il domicilio nella Cancelleria Comunale di Casalanguida.
Fatto, e pubblicato con lettura chiara ed intelligibile il presente intiero atto, in Provincia di Abruzzo Citeriore, in questo Comune di Casalanguida, e propriamente nella Casa di abitazione di me Notajo nel rione Piazza, alle parti Vincenzo di Paolo del fu Nicolantonio, sarto, Donato di Paolo del fu Panfilo, sarto, Nicola del Vecchio di Donato, falegname, Giuseppe Pedone del fu Rosario, muratore, Francesco Quinzio del fu Nicola, pittore, Angelo di Rocco di Giuseppe, calzolajo, Donato Tornese di Nicola, sarto, Donato del Vecchio del fu Nicola, muratore, Gennaro di Rocco di Carlomaria, muratore, Donatantonio e Giuseppantonio del fu Emidio d’Alò, proprietari, Martino Ciancaglini del fu Domenicangelo, sarto, Tommaso Tornese del fu Arcangelo, sarto, Luigi di Paolo del fu Nicolantonio, sarto, Marziale di Stefano di Domenico, contadino, Donatangelo Colantonio del fu Berardino, contadino, Antonio d’Angelo del fu Andrea, ferraro, don Carlomaria di Croce di Giovanni, Sacerdote, don Luigi Forchetti di Giovanni, proprietario, donn’lnnocenzo Cauli del fu Nicola proprietario, don Massimiliano Colonna del fu Rosario, agrimensore, don Matteo d’Alò del fu Giuseppe, medico, don Michelangelo d’Annunzio del fu Giuseppe, chirurgo, don Didimo Mayo di Quirino, Maestro di musica e don Donatangelo Forchetti del fu Cristinziano, proprietario, domiciliati tutti in Casalanguida, in presenza de’ testimoni Carminantonio Colantonio del fu Carlomaria, muratore, e Panfilo Pedone del fu Donato, falegname, domiciliati pure in Casalanguida, che da Marziale di Stefano, Donatangelo Colantonio, ed Antonio d’Angelo non vien firmato, ché hanno dichiarato di non saper scrivere.”
Didimo Mayo
Michelangelo d’Annunzio
Francesco Quinzio
Luigi di Paolo
Vincenzo di Paolo
Gennaro di Rocco
Donato del Vecchio
Nicola del Vecchio
Donato Tornese
Martino Ciancaglini
Donato di Paolo
Giusseppe Pedone
Tommaso Tornese
Angelo di Rocco
Donatantonio d’alò
Giuseppantonio D’Alò
Carlo Maria di Croce
Luigi Forchetti
Matteo d’Alò
Massimiliano Colonna
Notar Agostino d’Annunzio del tu Gaudenzio
residente in Casalanguida
Specifica
Carta e Repertorio 0: 32
Registro 1: 30
Onorario 2: 00
Per archivio, giusta la legge notarile grani Venti ... 20
Canini trentotto e grani due 3:82
Notar Agostino d’Annunzio.
2. Atto notarile del 23 marzo 1853
"Motivo dell’atto: don Didimo Mayo lascia l’incarico di Maestro e Direttore della Banda di Casalanguida
Costituiti all’Atto: don Didimo Mayo, don Matteo d’Alò e don Michelangelo d’Annunzio.
Informazioni importanti:
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— situata nel rione Piazza;
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3. Atto notarile del 22 Maggio 1855
“Motivo dell’atto: stabilire le norme e le condizioni che regolano il lavoro di Eduardo Romagnoli nella Banda di Casalanguida.
Costituiti all’Atto: don Matteo d’Alò e il Signor Eduardo Romagnoli.
Informazioni importanti:
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4. Atto notarile del 23 Dicembre 1858
"Motivo dell’Atto: Procura: i Bandisti affidano a don Carlofilippo d’Alò l’incarico di cercare un Capobanda e di stipulare una nuova convenzione con Eduardo Romagnoli.
Costituiti all’Atto: Gaetano, Nicola e Domenico del Vecchio, Donato di Paolo, Arcangelo Tornese, Francesco Ciancaglini, Vincenzo di Paolo, Luigi di Paolo per suo figlio Aurelio, Tommaso Tornese per suo figlio Vincenzo, Marziale di Stefano per suo figlio Alfonso, Donato Tornese per sé e per suo fratello Panfilo, Donatantonio d’Alò per suo figlio Emidio, Marcellino Colantonio per suo figlio Angelantonio, Vincenzo D’Alò per i suoi Nipoti Vincenzo e Levino, Domenico Colantonio per suo fratello Alessandro, Gennaro di Rocco per suo figlio Filoteo, Berardino Colantonio, per sé e per suo fratello Donato, e Ferdinando d’Angelo;
Informazioni importanti:
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5. Atto notarile del 22 Maggio 1859
"Motivo dell’Atto: Convenzione tra don Carlofilippo d’Alò e i Signori don Crisanto del Cioppo (direttore della Banda) e don Eduardo Romagnoli (Bandista).
Costituiti all’Atto: don Carlofilippo d’Alò, don Crisanto del Cioppo e don Eduardo Romagnoli.
Informazioni importanti:
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il Signor del Cioppo dovrà unirsi alla Banda nelle esecuzioni, quando sarà necessario per farla figurare maggiormente; ad ogni richiesta del Signor d’Alò, riunirà la Banda perché esegua pezzi musicali per l’abitato di Casalanguida nei luoghi e all’ora decisi dallo stesso d’Alò;
denuncerà al Signor d’Alò i bandisti che non rispetteranno le regole e saranno indisciplinati; se il Signor d’Alò decidesse di aumentare il numero dei componenti della Banda, li sceglierà lui stesso e il Signor del Cioppo dovrà assegnare loro gli strumenti e istruirli con maggiore impegno; il Signor del Cioppo cercherà, anche con l’aiuto dei Bandisti, i Comuni dove andare a suonare in occasione delle feste; il Signor Romagnoli, aggregatosi alla Banda il primo Ottobre 1858, vi resterà fino a tutto Ottobre 1860, ricevendo ogni anno 40 ducati;
dovrà rispettare gli obblighi e i doveri che si trovano elencati nell’Atto del 22 Maggio 1855 e, soprattutto, dovrà obbedire al Capobanda e al Signor d’Alò; dovrà insegnare musica agli alunni che gli saranno affidati dal Signor del Cioppo, scrivere gli spartiti per i Bandisti che non sappiano o non possano farlo e tenere bene e poi riconsegnare lo strumento che gli è stato affidato, cioè il Basso;
se i Signori del Cioppo e Romagnoli non rispetteranno gli obblighi assunti, il Signor d’Alò potrà condannarli a pagare una multa di 100 ducati;
l’Atto è stato fatto in casa di don Carlofilippo d’Alò, situata nel Rione Piazza;
i Testimoni sono don Raffaele Colonna, proprietario, e Giovanni Colonna, calzolaio;
don Carlofilippo d’Alò è proprietario, del Cioppo maestro’ di musica e Romagnoli bandista."
"1852 don Didimo MAYO"
Francesco Ciancaglini, Berardino Colantonio, Emidio d’Alò, Vincenzo d’Alò, Ferdinando d’Angelo, i fratelli Domenico e Gaetano del Vecchio, Nicola del Vecchio, Donato di Paolo, Vincenzo di Paolo, Luigi di Paolo e suo figlio Aurelio, Angelo di Rocco, Filoteo di Rocco, Alfonzo di Stefano, Giuseppe Pedone, Francesco Quinzio, Donato Tornese, i fratelli Arcangelo, Giuseppantonio e Vincenzo Tornese.
"1858-
Francesco Ciancaglini, Alessandro Colantonio, Angelantonio Colantonio, i fratelli Berardino e Donato Colantonio, Emidio d’Alò, Vincenzo e Levino D’Alò, Ferdinando d’Angelo, Gaetano, Nicola e Domenico del Vecchio, Donato di Paolo, Vincenzo di Paolo, Aurelio di Paolo, Filoteo di Rocco, Alfonso di Stefano, Arcangelo Tornese, Vincenzo Tornese, Donato Tornese e suo fratello Panfilo, Eduardo Romagnoli (di Capua).
“1866 Francesco CIANCAGLINI"
Bandisti veterani: Angelantonio Colantonio, Berardino Colantonio, Emidio d’Alò, i fratelli Levino e Vincenzo d’Alò, Ferdinando d’Angelo, Gaetano, Nicola e Domenico del Vecchio, Gaetano di Costanzo, Aurelio di Paolo, Donato di Paolo, Filoteo di Rocco, Alfonzo di Stefano, Eduardo Romagnoli, i fratelli Arcangelo e Luigi Tornese, Donato Tornese.
Novelli Bandisti: Giuseppantonio De Francesco, Angelantonio Falcone, Donato d’Alò (fratello di Vincenzo e Levino), Luigi Argentieri, Filandro di Paolo (fratello di Aurelio), Giuseppe Quinzio, Pasquale e Michelangelo di Paolo.
“1863 don Ireneo MASCIO"
Angelantonio Colantonio, Berardino Colantonio, Emidio d’Alò, i fratelli Levino e Vincenzo d’Alò, Ferdinando d’Angelo, Gaetano, Nicola e Domenico del Vecchio, Aurelio di Paolo,
Donato dì Paolo, Filoteo di Rocco, Romeo Forchetti, Domenico Mascio (figlio del Direttore), Eduardo Romagnoli, i fratelli Arcangelo e Luigi Tornese, i fratelli Donato e Panfilo Tornese.
La storia continua....